Comportamento igrometrico della muratura

La problematica della formazione di condensa intersteziale

L’analisi igrometrica di una nuova muratura POROTON® viene svolta abitualmente utilizzando il metodo di Glaser. È infatti possibile, a fronte di una serie di ipotesi semplificative, determinare la formazione di condensa interstiziale all’interno di una muratura in laterizio POROTON®.

Esempio di diagramma di Glaser di una generica parete con evidenziazione della formazione di condensa interstiziale

Il fenomeno fisico che porta alla formazione di condensa interstiziale si può così riassumere: a seguito di un gradiente di pressione di vapore tra i lati della struttura, una certa quantità di vapore acqueo attraversa la parete stessa.

Durante il passaggio è possibile che il vapore acqueo incontri zone in cui la pressione di vapore è inferiore al relativo limite di saturazione. Ciò comporta la formazione di un fronte di condensazione con la conseguente presenza d’acqua allo stato liquido all’interno della struttura.

È bene precisare come il fenomeno di condensazione interstiziale dipenda, oltre che dalle caratteristiche fisico-geometriche dei materiali che compongono la struttura, anche dalle condizioni ambientali interne ed esterne e dal contenuto di umidità dell’aria: in altre parole, dal funzionamento più o meno corretto dal sistema edificio-impianto.

L’andamento delle temperature e delle pressioni di saturazione e di vapore utilizzate per il grafico riportato precedentemente sono del tutto indicative, essendo state scelte con scopo prettamente illustrativo.

Dal punto di vista idrometrico, le pareti in laterizio monostrato POROTON® garantiscono un’ottima traspirabilità alla struttura, evitando la formazione di condensa interstiziale anche nelle condizioni igrometriche più critiche. Da una serie di analisi svolte si evidenzia che le strutture che risentono maggiormente della problematica della formazione interstiziale sono le pareti pluristrato, sia portanti sia di tamponamento, aventi rifodera interna.

La verifica di Glaser deve essere svolta in fase di progettazione della struttura da un tecnico che controllerà, in funzione della tipologia degli isolanti e dello spessore complessivo del laterizio POROTON® utilizzato, il verificarsi di un fenomeno invisibile a occhio nudo, ma che peggiora le prestazioni della muratura e degrada i materiali utilizzati.

Si ricorda come il quadro legislativo italiano preveda la possibilità di formazione di condensa interstiziale all’interno delle strutture in muratura durante la stagione invernale, a patto che tale condensa sia integralmente evaporabile nella stagione estiva. Tale fenomeno, anche se concesso a livello normativo, è dannoso per il corretto comportamento evidenziato.

 

La  problematica della formazione di condensa superficiale.

Mentre la problematica della formazione della condensa interstiziale nella muratura è in funzione della tipologia dei materiali utilizzati, della loro disposizione e delle condizioni termo-igrometriche degli ambienti interno ed esterno, la problematica della condensazione superficiale è un problema più complesso e in funzione di un numero maggiore di parametri.

Utilizzando un approccio approssimato del fenomeno, si può dire che la condensa superficiale avviene in quelle zone dove la temperatura interna dell’involucro si abbassa notevolmente. Essendo la muratura una struttura di comportamento termico pressoché omogeneo, risulta evidente come la formazione della condensa superficiale sia tipica di quelle zone dove si presentano dei ponti termici, ossia delle zone in cui il calore passa da zona riscaldata ad ambiente esterno con maggiore facilità.

La condensa superficiale, a meno di evidenti errori di dimensionamento e realizzazione della struttura, risulta localizzata in tre punti nevralgici dell’involucro edilizio:

  • nel caso di una struttura a telaio, nelle zone dove si trovano trave e pilastri, in relazione alla disomogeneità della struttura;
  • negli angoli dell’involucro edilizio;
  • nella giunzione solaio-muratura.

Tale problematica può essere eliminata dimensionando i ponti termici in modo corretto.

 

Prescrizioni normative

La morfologia e le condizioni climatiche del territorio italiano hanno portato alla suddivisione dello stesso in zone climatiche distinte tra loro, che presentano richieste proporzionate in termini di prestazioni termiche delle strutture costituenti l’involucro edilizio.

Anche le strutture in muratura devono essere dimensionate in funzione della zona climatica all’interno della quale vengono costruite, per garantire ottimi comfort abitativi.

I territori montani e del Nord Italia sono caratterizzati da basse temperature esterne invernali persistenti per lunghi archi temporali, per cui necessitano di strutture aventi un adeguato comportamento termico in regime stazionario (bassi valori di trasmittanza).

I territori costieri e quelli del Sud Italia invece, caratterizzati da un elevato irraggiamento estivo, necessitano maggiormente di strutture aventi un buon comportamento in regime dinamico (bassi valori di fattore di attenuazione, elevato sfasamento dell’irraggiamento incidente).

Risulta così evidente che, per dimensionare correttamente le strutture verticali opache, è opportuno che esse presentino sia dei valori di trasmittanza termica adeguatamente bassi ma anche dei valori di fattore di attenuazione e sfasamento corretti.

La verifica delle prestazioni termiche di un edificio residenziale, ai sensi del D.Lgs.192, può essere svolta con due modalità distinte:

  • verificando il consumo di energia primaria dell’intero involucro edilizio;
  • applicando delle trasmittanze limite per le parti di involucro edilizio che confinano con ambienti esterni o non riscaldati.

Si può riscontrare che, essendo il secondo un metodo semplificato, le prestazioni richieste alle parti di involucro che confinano con l’ambiente esterno o con le zone riscaldate sono in generale cautelative rispetto a quelle richieste analizzando il comportamento termico dell’edificio nella sua complessità.

È possibile infatti costruire involucri edilizi conformi alle normative vigenti, quindi nel rispetto dei limiti dell’indice di prestazione energetica EPi, anche utilizzando valori di trasmittanza più alti, purché si verifichi che l’intero involucro edilizio sia performante, impianti compresi.

Tale verifica, sicuramente più onerosa in termini di tempo da parte del progettista termotecnico, permette di contenere i costi di costruzione giustificando gli extra costi di progettazione.